Andy Warhol
La vera anima della pop-art.
Nessuno come Andy Warhol incarna la pop-art, le sue contraddizioni, i suoi eccessi e i suoi maggiori successi artistici. La carriera di Warhol (il cui vero nome era Andrew Warhola, figlio di immigrati ruteni), nato a Pittsburgh il 6 agosto del 1928, fu dapprima quella di un illustratore commerciale di successo, una particolarità che marcò poi nel profondo la sua successiva transizione ad artista a tutto tondo.
Dopo aver studiato in quella che oggi è la Carnegie Mellon University, si fece un nome per i suoi personalissimi annunci pubblicitari per marche di scarpe e per le copertine dei dischi della RCA Records. In particolare, Warhol si specializzò nella serigrafia, chiave per la produzione in massa delle immagini che caratterizzerà la sua produzione, e lavorò anche per riviste come Vogue e Glamour. La svolta arrivò però nel 1962, quando al quinto piano del 231 East 47th Street, a Midtown Manhattan, diede vita al suo nuovo studio, quello che sarebbe poi diventato celebre in tutto il modo come "The Factory", la fabbrica.
I cortigiani della "Factory"
La "Factory" fu uno dei più vivaci collettivi artistici della Grande Mela. Nella "Factory", giovani artisti (come Jean-Michel Basquiat, Keith Haring, Francesco Clemente), intellettuali, tossicodipendenti, poeti e musicisti finorono col diventare la "corte" di Warhol.
Egli aiutò molti di loro a sfondare nel mondo dello spettacolo e della cultura (come i Velvet Underground di Lou Reed e John Cale, per i quali creò la celebre copertina con la banana) ma il suo controllo creativo fu così forte che alcuni dei suoi protetti non ressero la pressione, tanto che l'attivista Valerie Solanas tentò di ucciderlo nel 1968.
Le immortali serigrafie
Le opere di Warhol compongono un catalogo sconfinato, basato sulla serialità e la ripetizione. La sua tecnica più celebre lo vedeva impegnato nel ritrarre su grandi tele immagini celebri di grandi personalità della cultura, della politica, del mondo pop come Che Guevara, Marilyn Monroe, Mao Tse-Tung, Elvis Presley, alterandone i colori.
Tra i soggetti prediletti soprattutto oggetti di consumo tipici del mercato americano e anglosassone come la Coca-Cola o i barattoli di zuppa Campbell: per Warhol anche l'arte, polemicamente, è un bene di consumo e come tale deve essere trattata, soprattutto negli anni del boom economico.
Un artista eclettico
Warhol si cimentò anche con la scultura, riproducendo in tre dimensioni alcuni dei suoi soggetti più famosi. Sperimentò un po' tutte le forme di comunicazione, comprese la musica e il cinema: rimangono famosi ad esempio i suoi Screen Test e i film, distribuiti solo tramite passaparola, che ritraevano la cultura gay newyorchese del suo tempo.
Alla fine della sua vita si riavvicinò anche a capolavori dell'arte classica, come dimostrano le sue variazioni sull'Ultima cena di Leonardo Da Vinci dal titolo "Last Supper". Andy Warhol morì il 22 febbraio 1987 nella sua amata Grande Mela, in seguito a un intervento chirurgico alla cistifellea.